Salvatore Gagliarde racconta di sé e del suo romanzo: Solo perché ti senti bene

GAGLIARDE1Solo perché ti senti bene, il romanzo d'esordio di Salvatore Gagliarde è un romanzo breve, scritto in forma di diario. La voce narrante è quella del protagonista, Nick, che si muove con disinvoltura sullo sfondo appena accennato dell’Europa della crisi economica.
Nick è un vincente consapevole di esserlo, un personaggio apparentemente freddo e sicuro di sé ai limiti dell’arroganza. Uno che nella vita ha trovato tante risposte e non si fa molte altre domande, che ha tutto sotto controllo e che sembra appassionarsi a un unico gioco del quale conosce ogni aspetto: la seduzione.

Intessuta su una storia apparentemente semplice si sviluppa una complessità incentrata sulla personalità del protagonista, che evolve attraverso la trama manifestando capacità e limiti insospettati prima di tutto da se stesso.
Abbiamo intervistato l'autore per approfondire alcuni temi trattati nel romanzo, senza tralasciare temi più personali.

D. Vogliamo ringraziarla per averci dedicato un po' del suo tempo rispondendo alle nostra domande. Le chiediamo subito: chi è Salvatore Gagliarde?
R. Sono un appassionato lettore da sempre, curioso nei confronti dell’arte e delle scienze in generale. In particolare la settima arte è quella che mi intriga di più e le scienze comportamentali sono da sempre un focus sul quale ho poi anche studiato, anni fa. Entrambe passioni di cui penso che si senta chiara l’eco nel mio romanzo.

copertina solo perché ti senti bene v001 sitoD. Se potesse scegliere tre libri presenti o passati che avrebbe voluto assolutamente scrivere quale sceglierebbe?
R. Al primo posto metterei sicuramente Fight Club di Palahniuk e Meno di Zero di Ellis (Ex aequo), al secondo La banda dei brocchi di J.Coe e infine The game di Neil Strauss. Tutti libri che hanno raccontato qualcosa di nuovo o in modo completamente nuovo.

D. Cosa l’ha spinta a scrivere? Quali autori hanno influito in questo suo percorso creativo?
R. Sono sempre stato un avido lettore. Ho molti autori preferiti, dei quali finisco sempre per leggere tutto. Leggere mi emoziona. Non posso dire che scrivere sia stato da sempre la mia aspirazione. Semplicemente, a volte mi è venuta voglia di scrivere qualcosa, sporadicamente, e sono venuti fuori dei racconti brevi, che sono poi stati pubblicati in raccolte di autori vari. A un certo punto mi è venuta l’idea di scrivere una storia più articolata e ho iniziato. È venuta scrivendo di getto, nella sequenza in cui l’ho scritta dall’inizio alla fine, seppur intervallando con lunghe pause in cui non credevo che sarei andato avanti.

D. Lei ci ha detto che scrive attingendo a fatti veri. Pensa che sia necessario raccontare la realtà che ci circonda?
R. Credo che nella realtà che ci circonda accadano cose straordinarie, spesso non correlate, che con un esercizio di fantasia possono essere inanellate e composte in un romanzo.

D. Qual è la particolarità di questo romanzo?
R. La particolarità di questo romanzo sta principalmente nella struttura, nel personaggio che racconta se stesso e le proprie avventure intervallando la narrazione con considerazioni generali su temi vari, quelli che si trova ad affrontare sul momento. Non ho certo inventato io questo stile narrativo, ma non è sicuramente usuale. Non mi sono imposto di cercare l’originalità della trama a tutti i costi. Al contrario, ho intessuto su una storia semplice una complessità incentrata sulla personalità del protagonista e della sua visione della vita. E della bella vita, direi.

D. Quali sono i protagonisti del romanzo, a quale si è più affezionato e quale è stato più difficile descrivere?
R. Il protagonista del romanzo è Nick, un giovane manager molto sicuro di sé che riesce bene nelle cose che fa, ma senza farsi troppe domande. Vive in compagnia dei tanti amici, delle donne che conquista, finché un evento inaspettato non lo mette a tu per tu con la realtà e soprattutto con se stesso. C’è una coprotagonista femminile, con una personalità interessante, secondo me, ma non voglio svelare di più.

D. Come definirebbe il suo romanzo?
R. Un romanzo di avventura e introspezione, vita mondana e crescita interiore. Contrasti abbastanza eclatanti concettualmente; ma la vita reale non è povera di contrasti, secondo me.

D. Quali sono i temi trattati nel romanzo?
R. Racconto di amicizia, di rapporti tra uomo e donna, di perdita, di errori e tentativi. La seduzione, la passione, la relazione e le difficoltà. Credo di averlo fatto da un punto di vista originale.

D. Prima di scrivere ha condotto studi particolari sulle vicende narrate ed in generale sui temi trattati?
R. La mia ricerca è precedente e non era finalizzata a scrivere un romanzo ma a soddisfare una mia esigenza di conoscere più approfonditamente i temi che poi ho trattato.

D. È un libro per tutti?
R. Non esistono libri per tutti, secondo me. Esistono libri che appassionano per la storia o per il modo in cui è scritta, per i personaggi o per i tempi che raccontano. Credo sia una questione di gusti letterari e, naturalmente, della capacità dello scrittore di scrivere in un linguaggio capace di arrivare a quanti più possibile.
Poiché il mio romanzo parla di quello che succede nel relazionarsi con le persone che si incontrano, credo che possa offrire a molti lettori l’occasione di potersi riconoscere e di porsi delle domande, quelle stesse che mi sono posto io.

D. Nick, protagonista del libro, affronta un periodo di cambiamenti e un difficile percorso; quali sono le fasi più importanti in questo percorso?
R. Penso che più che di cambiamento si debba parlare di evoluzione, che è determinata dagli eventi che narro nella trama. Ma ogni cambiamento o evoluzione che sia deve partire da una consapevolezza, da una presa di coscienza di sé, che non è per niente facile affrontare.

D. Spesso nel suo romanzo i protagonisti usano mezzi moderni per comunicare: SMS, Telefono, Computer ecc.; in un mondo di ipercomunicazione, quanto si è soli?
R. Molto, purtroppo. In realtà tutta questa comunicazione filtrata è un’illusione. L’incontro in realtà non avviene, ma la mente lo percepisce come reale. Quindi molto è lasciato all’immaginazione o, peggio, alle aspettative: confondiamo l’altro con l’idea che ne abbiamo in mente fino a farlo divenire un riflesso di noi stessi. Però spesso non ne siamo consapevoli. Alla fine lo scoprire una realtà diversa dalle aspettative genera conflitto.

D. Nel romanzo ci sono diversi riferimenti alla musica.
R. Sì, un’altra mia grande passione di sempre. Ci sono riferimenti alla musica degli anni ottanta, la musica che ascoltavo quando ero adolescente e talvolta ascolto ancora. Una sorta di colonna sonora della mia vita, ancora attuale.

D. Quali elementi autobiografici è possibile individuare nel suo romanzo, se ve ne sono?
R. A parte il fatto che, come il protagonista, sono un uomo e come tale mi sento attratto dalle donne, nessuno (ride, ndr). Sicuramente quando parlo di emozioni, di stati d’animo, attingo all’esperienza personale. Potrei dire che in questo senso ci sono io nelle sfaccettature di ogni personaggio, inclusi quelli femminili.

D. Scrivere un libro ha rappresentato un momento speciale per lei?
R. Parlerei più specificamente di piccoli momenti di armonia e di pace, mentre scrivevo senza chiedermi se sarei arrivato in fondo e soprattutto se poi avrei mai messo a disposizione dei lettori il mio lavoro. Alla fine è stato naturale farlo.

D. Ha intenzione di dare un seguito al romanzo?
R. Forse mi piacerebbe sviluppare uno spin-off, ma sono solo idee vaghe; sto lavorando a un romanzo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale

D. Perché ha scelto di pubblicare con Segmenti Editore?
R. Mi appassiona la psicologia. Ho conosciuto l’Editore attraverso il forum di Psiconline e mi sembrava che il mio romanzo fosse in sintonia con la linea editoriale di Segmenti.

 

Con quest’ultima domanda ci congediamo dal nostro autore esordiente augurandogli il meglio per questa nuova avventura appena incominciata e il successo editoriale che siamo sicuri si saprà meritare.

 

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